Visualizzazione post con etichetta scultura. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta scultura. Mostra tutti i post

mercoledì 15 luglio 2009

ARON DEMETZ, IN SE'

























VI SCRIVO LA MIA
Vi offro un altro libro di legno. Buona lettura.

IL CONTENUTO
Come scrive Marco Tonelli, nel testo in catalogo: «L’eterea frontalità delle sculture di Demetz permette alle sue statue di sognare più dolcemente, di abbandonare senza affanno il corpo ed immaginare la fuga dal quotidiano, come crisalidi appena uscite dal bozzolo. Statue che assaporano un sonno interiore, che desiderano l’impossibile ritorno in se stesse, inclini a muti dialoghi, perfino al sonnambulismo».
(Aron Demetz, In sè, scultura in legno, periodo 2005)

martedì 14 luglio 2009

ARON DEMETZ, RICORDO DELLA MADRE

VI SCRIVO LA MIA
I libri contengono storie e le storie offrono la possibilità di provare emozioni e di riflettere gratuitamente su alcune faccende: praticamente un giro gratis sulla giostra. Talvolta, però, i libri non sono fatti come ce li aspettiamo, non hanno pagine, niente parole, ne' copertina. Si mimetizzano e può capitare di imbattersi in uno di loro senza riconoscerli. Aron Demetz è un fabbricatore di libri di legno e le storie che vorrebbe raccontare ai suoi lettori, non le racconta ad alta voce, perchè ha pieno rispetto di loro. Sa che sono capaci di leggere la storia più giusta, sfogliando le espressioni delle sue sculture.
IL CONTENUTO
Riprendendo la tradizione della scultura lignea tipica della Val Gardena, Demetz si è fatto conoscere oltre che per l'estrema raffinatezza della sua mano, anche per la particolare caratterizzazione dei personaggi che ritrae nella tanto lodata icasticità e concisione del suo tratto plastico. “È però soprattutto sul piano narrativo” secondo Danilo Eccher, curatore della mostra, “che l’opera di Aron Demetz si dispiega in tutta la sua potenzialità espressiva e nella sua ricca gamma poetica. Affiora così una sorprendente dimensione letteraria che silenziosamente s’impossessa della figura, abbandonando ogni interesse per il suo corpo ligneo, per la sua vestibilità cromatica, per la sua garbata rappresentatività.L’opera appare avvolta da un alone poetico che pare disinteressarsi completamente delle ricerche linguistiche in cui l’artista si è cimentato, si coglie un passo leggero che accompagna lo sguardo oltre l’immagine, oltre la figura, oltre la materia e il colore.” Le sue figure, di una classicità sempre disciplinata, aprono inquietanti interrogativi esistenziali che possono via via riguardare l'identità, la vita interiore, la religiosità, rimanendo sempre sospesi nell'umore indefinito e silenzioso del non detto. Gli oggetti che a volte compaiono, siano essi animali-simbolo, oppure oggetti veri e propri, (una scarpa, una poltrona, o degli abiti), sembrano richiamarsi a una storia sospesa e indecifrabile, tanto quanto le espressioni fisse dei soggetti trattati.
( di Aron Demetz , Ricordo della madre, 2003, tecnica: Tiglio 2/6, misure: cm. 68.00)

lunedì 26 gennaio 2009

BRUNO MUNARI

VI SCRIVO LA MIA
Leggete tutto quello che vi capita a tiro, di questo grande artista. C'è poco da dire. Forse solo un incoraggiamento: sacrificatela anche voi, una forchetta del vostro servizio di posate, così, giusto per provare.
LA VITA
Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907Milano, 30 settembre 1998) è stato un artista e designer italiano.
È stato uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo, dando contributi fondamentali in diversi campi dell'espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, design industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia, didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell'infanzia attraverso il gioco. Bruno Munari è figura leonardesca tra le più importanti del novecento italiano. Assieme allo spaziale Lucio Fontana, Bruno Munari il perfettissimo (fotografia) domina la scena milanese degli anni cinquanta-sessanta; sono gli anni del boom economico in cui nasce la figura dell’artista operatore-visivo che diventa consulente aziendale e che contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra. Munari partecipa giovanissimo al movimento futurista, dal quale si distacca con senso di levità ed umorismo, inventando la macchina aerea (1930), primo mobile nella storia dell'arte, e le macchine inutili (1933). Verso la fine degli anni ‘40 fonda il MAC (Movimento Arte Concreta) che funge da coalizzatore delle istanze astrattiste italiane prospettando una sintesi delle arti, in grado di affiancare alla pittura tradizionale nuovi strumenti di comunicazione ed in grado di dimostrare agli industriali la possibilità di una convergenza tra arte e tecnica. Nel 1947 realizza Concavo-convesso, una delle prime installazioni nella storia dell'arte, quasi coeva, benché precedente, all'ambiente nero che Lucio Fontana presenta nel 1949 alla Galleria Naviglio di Milano. E' il segno evidente che la problematica di un'arte che si fa ambiente e in cui il fruitore è sollecitato, non solo mentalmente, ma in modo ormai multi-sensoriale, è ormai matura. Nel 1950 realizza la pittura proiettata attraverso composizioni astratte racchiuse tra i vetrini delle diapositive e scompone la luce grazie all'uso del filtro Polaroid realizzando nel 1952 la pittura polarizzata, che presenta al MoMA nel 1954 con la mostra Munari's Slides. È considerato uno dei principali protagonisti dell’arte programmata e cinetica, ma sfugge per la molteplicità delle sue attività e per la sua grande ed intensa creatività ad ogni definizione, ad ogni catalogazione.

ATTENZIONE ATTENZIONE
E' vietato l'ingresso ai non addetti al lavoro
E' vietato il lavoro ai non addetti all'ingresso
E' ingrassato l'addetto ai non vietati al lavoro
E' levato il gessetto ai non addetti all'ingrosso
E' ingrossato il divieto ai non lavati di fosso
E' addetto all'ingresso il non vietato al lavoro
E' avvallato il lavoro all'ingresso del foro
E' levato di dosso il divieto del tetto
E' addossato il divieto ai non venati di rosso
E' arrossato il viadotto ai derivati del cloro
E' venduto il cruscotto con paletti di gesso
E' ingessato il bompresso ai maledetti del fosso
E' mozzato il permesso ai garretti del toro
E' maledetto il congresso dei cavalli del moro
E' forato il moretto nei contratti del coro
E' contrito il foretto ai lavori del messo
E' cessato il forzetto al divieto dell'oro
E' venduto il merluzzo non senza decoro
E' dettato il permesso ai verdetti del foro
E' vietato l'ingresso agli addetti al lavoro
(Le macchine, Bruno Munari, Corraini)