martedì 27 gennaio 2009

JOHN BOYNE, IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE

VI SCRIVO LA MIA
I bambini sono in grado di valutare l'inciviltà di un gesto, la bontà di un'azione e l'irrazionalità di alcune menti. Lo sanno fare anche meglio degli adulti, perché hanno, dalla loro, una dose di cinismo puro che non tentano di mascherare. Il vero pericolo per loro sono quei grandi che si ostinano a proporre solo modelli di principesse e super eroi (che, per carità, in giuste dosi non fanno nemmeno male!). Un vero atto di coraggio, per un genitore che desidera davvero proteggere un figlio, potrebbe essere quello di trovare un momento per parlare di cosa succede nel mondo oltre il proprio giardino.

PERCHE' ANCHE I BAMBINI RICODINO
Il bambino col pigiama a righe, è il titolo del romanzo scritto da Boyne John, ambientato nel 1940, periodo nazista, ad “auscit”. È questo il nome che dà Bruno, un bambino di appena nove anni, al luogo dove è costretto a trasferirsi con la famiglia a causa del lavoro del padre. Qui Bruno vive delle esperienze e vede delle cose che non capisce, ma che comunque nessun bambino e nessun adulto dovrebbe mai vedere. La casa ad “auscit” è completamente diversa dalla casa in cui Bruno abitava inizialmente, infatti questa era molto più piccola, e dalla sua finestra non vede più strade e bancarelle, ma soltanto una grande rete che contiene delle persone: queste portano tutte lo stesso pigiama a righe e un berretto di tela in testa. Bruno adorava la casa di Berlino, soprattutto perché era grande ed ogni giorno aveva sempre qualcosa di nuovo da esplorare, ma lì ad auscit non c’è nulla da esplorare. Questo spinge il bambino a cercare divertimento al di fuori delle mura domestiche e ad esplorare la grande rete che ogni giorno vede dalla sua finestra.

INCIPIT
"Un pomeriggio, di ritorno da scuola, Bruno sorprese Maria in camera sua. La loro cameriera – che stava sempre a testa bassa, con gli occhi incollati al pavimento – tirava fuori dall'armadio tutte le sue cose. Perfino quelle nascoste sul fondo, che erano di sua esclusiva proprietà e non dovevano interessare a nessun altro. Le stava stipando in quattro grandi casse di legno. «Cosa fai?» le domandò, cercando però di essere educato, perché anche se non era felice di averla scoperta intenta a frugare tra le sue cose, sua madre gli aveva insegnato a trattare Maria con rispetto e a non imitare suo padre, che invece le si rivolgeva così: “Giù le mani dalla mia roba.” Maria scosse la testa e puntò lo sguardo verso le scale, sopra le spalle di Bruno, dove era comparsa in quel momento la madre, una donna alta dalla lunga chioma rossa che teneva raccolta in una retina sulla nuca. Agitava nervosa le mani, come per qualcosa di spiacevole che non voleva dire o a cui addirittura non voleva credere."
(Il bambino col pigiama a righe, John Boyne, Fabbri 2006/Rizzoli 2008- ISBN: 8817022535)

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