VI SCRIVO LA MIA
Una volta feci uno scherzo a mio cugino-. Una zia materna- a dire il vero si tratta di una cugina di mia madre, ma le due sono così legate, che noi figli le chiamiamo zie- dicevo, questa cugina di mia madre comprò al suo bimbo un paio di scarpe molto di moda, quell'estate. In un'altra città non molto distante dal mio paesino- meravigliosa meta turistica della quale non ricordo momentaneamente il nome- il mio paesino, dico, non la città non molto distante da esso- mia zia paterna- colei che portò in grembo e che partorì mio cugino- comprava al suo pargolo- mio cugino, per l'appunto- lo stesso modello di scarpe. Per farla breve- che fate, gioite?- un giorno capitammo tutti insieme- io, il figlio della cugina di mia madre e mio cugino- naturalmente con i rispettivi genitori- eravamo solo dei bambini- sulla stessa spiaggia. Notando che i due calzavano scarpe uguali- ma di numero diverso, avendo il figlio della cugina di mia madre all'incirca quattro anni e mio cugino all'incira il doppio- ebbi l'illuminazione. Scambiai le scarpe sinistre dei due e cominciai insistentemente a guardare il piede sinistro del baccalà- devo ammettere che fui diabolica, in quella circostanza- costanza in quella circostanza fu diabolica abbastanza-. Quando la sua curiosità giunse a cottura, gli domandai: Ma che sta succedendo al tuo piede? Sta diventando gigantesco...- Il cefalo non mi diede retta, ma, giunto il momento di andare via- ah, che bel momento che fu- mise le scarpe e il suo volto partorì un'espressione facciale fantastica- un misto di stupore, terrore, circospezione, introspezione e manutenzione- che non vuol dire nulla ma ci sta bene per il suono-. Quella scarpa sinistra gli stava piccolissima e lui- stoccafisso di gran qualità- non fu in grado di accorgersi della differenza fra le due calzature. Panico- panico- panico- quindi il rimedio: Devi buttarti in mare tutto vestito. E' l'unica possibilità che ti resta.- lo vedemmo prendere una rincorsa disperata. Mia zia ebbe un attacco di isteria, mio zio venne sfiorato dall'idea di far finta che quello non fosse suo figlio.- Non so decidere se fu più divertente vedere mio cugino riemergere dalle acque, o vedere la sua espressione di sollievo mistico, mentre infilava le scarpe- questa volta le sue- e mentre tutti intorno a lui, formulavano punizioni che si sarebbero protratte per tutta l'estate.
IL CONTENUTO
Il tema della mitologia nordica rivisto in chiave moderna con le illustrazioni semplici e geniali di Battut. La ricchezza dei valori e lo scambio dei ruoli coinvolgerà genitori e figli in un’appassionante lettura. In un'epoca molto remota la terra era popolata da grandi orchi e piccoli folletti. Un giorno accadde un fatto strano: nacquero un orco nano buono e un folletto gigante buono, entrambi di nome Ric. Nella vita di tutti i giorni l'essere troppo piccolo e troppo grande creava loro enormi difficoltà. I genitori erano preoccupati e i figli tristi ma… con un semplice scambio di cappelli i ruoli s’invertono! Sarà felice questa nuova vita per loro? No, perché scopriranno che la vera felicità è essere se stessi e venire accettati per quello che si è.
(Ric e Ric, Eric Battut, Bohem Press, € 14,00-ISBN 8888148302)