venerdì 28 dicembre 2012

RON VAN DER MEER, UN VIAGGIO...


VI SCRIVO LA MIA 
Il cavaliere Libero, affiancato dal suo braccio destro Marino, fece il suo ingresso nella pancia della balena e annunciò di aver conquistato un nuovo regno: le colline volanti. Appresa la notizia, la riccia Costanza e il capitano Teodoro cambiarono rotta, navigarono verso quelle terre sconosciute e con grande orgoglio scoprirono che si trattava di un luogo fertile, rigoglioso e dal potenziale immenso! 
Un viaggio alla scoperta di paesaggi e suggestioni per esplorare le pagine del mondo.
Sei sorprendenti aperture pop-up, un trionfo di colori e forme vibranti, un viaggio insolito e affascinante... dal polo all’equatore.
(Un viaggio..., Ron van der Meer, Franco Cosimo Panini 2012, € 25,00- ISBN: 9788857004808 )

lunedì 21 maggio 2012

TAI-MARC LE THAN, REBECCA DAUTREMER

VI SCRIVO LA MIA
Bimba aveva un solo capello. Ed è probabilmente per questo che era così triste. Aveva cercato un sorriso in ogni angolo della sua stanza verde, ma non ne aveva trovato neanche una briciola. La sua mamma e il suo papà non riuscivano a consolarla in nessun modo: lei voleva solo assomigliare agli altri bambini. Fu a quel punto che decise cosa avrebbe fatto da grande: sarebbe diventata una rasatrice di teste, così sarebbero stati gli altri ad assomigliare a lei! I pensieri di Bimba cominciarono a diventare neri e lei si sentiva sempre più sola. Fino a quel giorno. Quel giorno anche il suo unico capello cadde e tutt'intorno fu silenzio. L'apnea  durò diversi minuti. Finalmente Bimba uscì dalla stanza con lo specchio e i presenti giurarono di aver visto un accenno di sorriso sulle sue labbra. Non capendo sbirciarono lì dentro e l'unica cosa che trovarono fu il pettine nel cestino dei rifiuti.
IL CONTENUTO
Babayaga aveva un dente solo. Ed è probabilmente per questo che era così cattiva. Perché di cattiveria ne aveva da vendere! Fin dalla più tenera età, i suoi compagni la prendevano in giro, e nessuno, nemmeno Papayaga e Mammayaga, riuscivano a consolarla. Nonostante tutto, lei voleva somigliare agli altri bambini. E fu così che imparò a fischiare, a ruttare, a dire le bugie e soprattutto a masticare con un dente solo. Per allenarsi, si mangiò il suo cane Uauauyaga, perché, in fondo, non gli piacevano gli animali (salvo che in ragù). Ma i ragazzi continuavano a prenderla in giro e fu così che Babayaga diventò cattiva. Il tempo passava e Babayaga si sentiva molto sola. Siccome aveva un dente solo, a differenza degli altri bambini, cominciò a mangiarsene qualcuno. Trovò la cosa piuttosto gustosa e decise di diventare orchessa (con grande dispiacere di Papayaga e Mammayaga che la scacciarono via in una foresta tenebrosa, lontana dal focolare domestico).Rimase in buoni rapporti solo con la sorella Cacayaga che, per ragioni oscure, aveva deciso di cambiare nome. Babayaga non aveva nessun amico e tutti, alle sue spalle, l'avevano soprannominata Bagayaga. L'orchessa diventò ancora più cattiva. Fattasi vecchia, Babayaga, continuò a mangiarsi i bambini: torte ai marmocchi, arrosti di bimbetti ai limoni canditi, budini di mocciosi alle ulive, pancini... uauh... alla pancetta. Decise persino di aprire un ristorante: “Al bimbo arrostito”.Orchessa per vocazione, ha una sola passione: mangiare, preferibilmente i bambini belli grassi e cicciotti. Ma come si deve fare, se si è una ragazzina alta quanto tre mele (modello grosse mele belle grasse e cicciotte) e ci si ritrova rinchiusa nell'antro di Babayaga?...
(Babayaga, T. Le Than, R. Dautremer, Donzelli 2008, € 24,00, ISBN: 9788860362339)

martedì 8 novembre 2011

STEFANO ZUFFI, LE PAROLE DELL'ARTE PER CAPIRE E AMARE I PITTORI E LE LORO OPERE

VI SCRIVO LA MIA
La ragazza con i capelli ricci portò ai bambini un libro su Pollock e insieme lo sfogliarono. Presero dei pennelli, scelsero i colori e stesero un lenzuolo per terra. Fu un gran momento. La signora con i capelli leopardati entrò e ruppe il silenzio. "Che bello scarabocchio!!! Volete dei fogli, così potete dipingere gli alberi e le case senza sbagliare?"... "Ma noi non stiamo sbagliando" fu la risposta del bimbo con i capelli rasati.
IL CONTENUTO
Anche un genio come Leonardo aveva un problema da risolvere: far parlare i quadri. Secondo lui, la pittura è una "poesia muta", e non è affatto semplice spiegare a tutti quelli che guardano un dipinto cosa sta succedendo lì dentro, cosa provano i personaggi, come si sviluppa la scena. Riprendendo la formula del Mondo dipinto, attraverso una serie di storie narrate in prima persona questo libro dà la parola alla pittura.. Parleremo di "ombre" insieme a Piero della Francesca e di "fantasia" con Hyeronimus Bosch, di "racconto" con Picasso e di "colore" con Klimt, di "prospettiva" con Van Eyck e di "affresco" con Leonardo... per accorgerci che forse il linguaggio della pittura è molto più comprensibile e vicino al nostro cuore di quanto non avessimo pensato.
(Le parole dell'arte Per capire e amare i pittori e le loro opere, Stefano Zuffi, Kids Feltrinelli 2011, € 16,00)